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Blog di Michele Scolari

Tout ce qui est interéssant se passe dans l'ombre

Il primo torrone con albume è nato nell’Andalusia araba

Una cosa è il croccante, altra cosa è invece il torrone con dentro l’albume, dicono. Anche ammettendo che il primo l’abbiano portato in Italia gli arabi, il secondo, pur derivando dal primo, sarebbe senza dubbio di invenzione cremonese, dicono. Ne siamo davvero sicuri?

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La luna di Ariosto ha ispirato Galileo e la rivoluzione scientifica

Questo scritto è il risultato di una ricerca che ho svolto qualche anno fa con gli studenti di una terza liceo scientifico, progettata con l’obiettivo di valorizzare la potentissima immaginazione di Ariosto, cercando di disciogliere le maglie dell’ormai trita interpretazione scolastica tradizionale.

Anno 1968. Nelle Due interviste su scienza e letteratura, poi confluite nel volume Una pietra sopra, Italo Calvino osservava che Galileo «ammirò e persino commentò quel poeta cosmico e lunare che fu Ariosto». Lo scrittore non aveva tutti i torti a definire l’Ariosto con tali attributi. 

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Quale chiesa accolse i libri scientifici di Gerardo da Cremona: Santa Lucia o San Luca?

Secondo la tradizione tramandata da vari testimoni di epoca medievale, la biblioteca scientifica di traduzioni dall’arabo eseguite da Gerardo da Cremona a Toledo tra il 1134 ed il 1187 venne trasportata a Cremona dal nipote Pietro e depositata nella chiesa di S. Lucia. Sia una l’explicit chiude la traduzione gerardiana del trattato di Euclide Sulle divisioni delle figure, sia il Cronicon redatto all’inizio del Trecento dal domenicano bolognese Francesco Pipino, sia le Note del giudice cremonese Gasapino Antegnati, concordano nell’indicare la chiesetta di S. Lucia, dove in seguito il nipote dell’illustre Maestro cremonese proseguì l’opera dello zio, con l’obiettivo di far rivivere il modello “cattedrale” della grande scuola toletana dei traduttori e rendendo la biblioteca scientifica di Santa Lucia un polo culturale di notevole interesse sia per l’Italia Settentrionale che per altre zone.

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Leopardi, Newton e l’infinito poetico-matematico

E’ possibile ipotizzare nel retroterra de l’Infinito una matrice scientifica, oltre a quella antropologica connessa alla Teoria del Piacere? Nella polisemia esegetica cui si presta la lirica forse più famosa del poeta, un’attenta lettura che tenga conto della poderosa cultura scientifica di Leopardi sembra far emergere un possibile richiamo a Newton, sui fili dei concetti di spazio e tempo. Questo scritto è il risultato di una ricerca che ho svolto qualche anno fa con gli studenti di una quarta liceo scientifico (opzione Scienze applicate), progettata con l’obiettivo di valorizzare il razionalismo e la potentissima immaginazione di Leopardi, cercando di disciogliere le maglie dell’ormai trita interpretazione scolastica tradizionale (già criticata dal DeSanctis) … Continua a leggere “Leopardi, Newton e l’infinito poetico-matematico”

Le radici antiche e medievali dell’informatica e del digitale

Questo scritto si origina da un percorso didattico che ho svolto quest’anno durante le lezioni di storia con gli studenti del terzo anno del corso di informatica e telecomunicazioni. La scelta non non è stata dettata solamente da una mera ottemperanza alle indicazioni nazionali, ove, si legge nella sezione dedicata agli istituti tecnologici, è richiesto di «correlare la conoscenza storica generale agli sviluppi delle scienze, delle tecnologie e delle tecniche negli specifici campi professionali di riferimento». Assumendo come base metodologica le riflessioni epistemologiche emerse nei precedenti anni di insegnamento in merito alla necessità di raggiungere una dimensione “reticolare” della conoscenza, il percorso si è proposto di ascendere ad una prospettiva interdisciplinare che sottraesse la storia al suo isolamento fittizio e la restituisse al confronto con saperi e linguaggi diversi, nello specifico attinenti alla disciplina d’indirizzo del corso. Continua a leggere “Le radici antiche e medievali dell’informatica e del digitale”

Mi presento…

Ho aperto questo blog oltre tre anni fa. L’idea era quella di farne un contenitore per raccogliere riflessioni e studi che pubblicavo su giornali e riviste, inclusa l’anteprima di una monografia in corso d’opera su letteratura e scienza nella narrativa di Italo Calvino. Ma siccome un contenitore ha bisogno di un’etichetta, per quanto epigrammatica e mai troppo vincolante se il contenuto è organico, ho optato per l’aggiunta anche di qualche dato biografico. Continua a leggere “Mi presento…”

La scienza araba a Cremona e la biblioteca perduta di S. Lucia

CopistaAperturaUno dei più grandi traduttori dall’arabo del Medioevo (fulgido emblema del dialogo tra culture), una ricca biblioteca perduta di traduzioni di opere scientifiche arabe redatte su carta di panno e una chiesetta romanica alle porte di Cremona: da questi pochi elementi si origina la storia di uno dei centri culturali più importanti (oggi scomparso) che abbia avuto Cremona nel Medioevo. Il fisico Gerardo da Cremona, “cervello emigrato” in Spagna a Toledo, fu il più grande traduttore dall’arabo del XII secolo dopo Costantino l’Africano. Alla sua morte, la sua biblioteca di oltre settanta traduzioni di opere scientifiche arabe venne trasferita a Cremona nella sagrestia della piccola chiesa di S. Lucia, dove in seguito è possibile si sia radicata anche la tradizione della grande scuola toletana dei traduttori dall’arabo. Il tempo ha purtroppo smembrato lentamente la raccolta dei testi (oggi dispersi in varie biblioteche ed archivi, italiani ed europei) ma essa rappresentò un dei primi ingressi della cultura e della scienza islamica nell’Italia settentrionale, costituendo per alcuni secoli un punto di riferimento di vitale importanza per numerosi studiosi, tra cui Adamo da Cremona, Urso da Lodi (allievo di Adamo) e Giambonino da Cremona; e sulla traduzione gerardiana dell’Almagesto studiarono nientemeno che Gerardo Mercatore e Niccolò Copernico.

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Tra scheletri e pitture, nell’ipogeo dei Teatini a Sant’Abbondio di Cremona

La panoramica dell'Ipogeo
La panoramica dell’Ipogeo

Discesa nella camera di sepoltura costruita nel XVII secolo dai monaci di San Gaetano Thiene al tempo della Peste Nera

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I marubini di Cremona, una ricetta dalle terre dell’Islam

BanchettoAraboNelle enciclopedie di due medici arabi di Baghdad si trova il prototipo dei ravioli, tradotto nel Duecento a Venezia da Giambonino da Cremona nel suo Liber de ferculis et condimentis. E’ il sambusuch, sfoglia di pasta riempita con un trito speziato di carni (ma esistente anche nella versione “dolce”), diffusa ancor’oggi tra Iran e Arabia Saudita.

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