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Blog di Michele Scolari

Tout ce qui est interéssant se passe dans l'ombre

Mese

gennaio 2013

Un cristallo di fumo. Il cosmo “complesso” di Italo Calvino

italo-calvino

Dal trittico degli antenati a Palomar, la weltanschauung calviniana, lungi dal perdere il contatto con la realtà o dall’esser figlia di «un domator di cavallucci a dondolo» (secondo l’opinabile definizione di Antonio Moresco), è improntata alla creazione di un modello che si pone a mezza via tra un predittivo ordine deterministico e uno stocastico disordine (icasticamente simboleggiati dal cristallo e dal fumo). Il suo amore sviscerato per il mondo rigoroso del cristallo non gliene impedisce l’integrazione con quello assurdo e acausale del fumo, in vista del compromesso del vortice liquido (concettualmente isomorfo alle figure della spirale e della fiamma – assai ricorrenti nella diegesi). Dietro le antinomie dei cortocircuiti calviniani (che tanta somiglianza mantengono con i “concetti fluidi” e le “analogie creative” di Douglas Hofstadter o di Edgar Morin), si allunga in realtà l’ombra delle implicazioni di due grandi modelli scientifici ed epistemologici, i due “massimi sistemi” del XX secolo, discussi nelle storiche conferenze organizzate da Massimo Piattelli Palmarini al Centre Royamount di Parigi nel 1975 e a Palazzo Vecchio di Firenze nel 1978: quello nomotetico, deterministico e ridondante del cristallo e quello complesso, statistico e non-integrabile della fiamma. In questo senso, il domicilio coatto dello scrittore unicamente dalla parte delle categorie di ordine, regolarità, simmetria (nelle quali rimane confinato in ultima analisi anche lo strutturalismo, bloccato in una dialettica differenziale tra sincronia e diacronia), ha prodotto un Calvino monco, altrettanto dimezzato quanto il suo Visconte, che è opportuno restituire alla sua natura complessa, dinamica, sistemica.

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«Oggi forca»: impiccagioni e torture a Cremona fra XIII e XVIII secolo

Le scritte lasciate nei secoli dai condannati a morte sul Battistero di Cremona
Le scritte lasciate nei secoli dai condannati a morte sul Battistero di Cremona

Dalle sommarie esecuzioni capitali del Duecento, raccontate nelle pagine di Salimbene de Adam, alle cruente torture dei detenuti nelle carceri di Palazzo Comunale tra Cinquecento e Settecento. Ed ancora, le notti di veglia nella Chiesetta di S. Giovanni Decollato (ribattezzata per questo “Chiesa degli Impiccati”) e la macabra processione verso il supplizio lungo il Vicolo degli Impiccati. Di tutta questa macabra storia restano alcuni graffiti ancor oggi visibili sul muro meridionale del battistero, incisi dai condannati a morte in attesa dell’esecuzione: “cristalli di parole, l’ultima bestemmia detta”, per dirla con “La ballata degli impiccati” di Fabrizio de André.

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Nelle profondità del bunker sotto Palazzo Trecchi a Cremona

L'ingresso del rifugio
L’ingresso del rifugio

Che durante l’occupazione di Cremona durante la Seconda Guerra Mondiale la Wermacht avesse stabilito il proprio quartier generale dentro Palazzo Trecchi è cosa risaputa. Pochi invece sanno della presenza sotto l’edificio di un rifugio antiaereo fortificato dal contingente tedesco a partire da un ipogeo preesistente. Continua a leggere “Nelle profondità del bunker sotto Palazzo Trecchi a Cremona”

La lampadina Osram: una “luminosa” invenzione cremonese

La lampadina FR900 realizzata dal vetraio F.R., Arvedi e Cavana
La lampadina FR900 realizzata dal vetraio F.R., Arvedi e Cavana

Una vecchia lampadina rinvenuta nella semioscurità di una soffitta polverosa, un nome palindromo, una misteriosa vetreria sulle rive di una delle lanche paludose formate dal Morbasco ai piedi di via Massarotti e, soprattutto, pagine e pagine di documenti, riproduzioni, nomi e fotografie. Sembra l’inizio di uno dei tanti misteri legati a opere e disegni di Leonardo Da Vinci; Continua a leggere “La lampadina Osram: una “luminosa” invenzione cremonese”

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